L’animazione socioculturale si distingue da altre professioni del lavoro sociale derivanti da tradizioni politiche e filosofiche come il lavoro di educatore o assistente sociale. Ecco un esempio di differenze fra il lavoro dell’animatore e quello dell’educatore.
Troppo spesso si fa confusione e anche agli stessi operatori non é chiara la differenza. Per questo motivo pubblico lo schema di Jean Claude Gillet pubblicato in « L’Animation en question », Jean-Claude Gillet, Editions érès, Ramonville Saint-Agne, 2006, pag 203
Il vuoto, la mancanza, il problema, la diminuzione della sofferenza, la riparazione, l’intimo, l’io …non è dell’animazione.
Il potenziale, la ricerca del piacere, il noi (opposto all’io), il collettivo, il politico…. questo è animazione.
La promozione e l’abilitazione dei bambini e dei giovani nel loro sviluppo per diventare persone autodeterminate e socialmente responsabili costituisce la base di un processo di crescita coronato da successo. Promuovere e accompagnare i bambini e i giovani è essenziale per favorire la loro crescita, affinché diventino persone autodeterminate e socialmente responsabili.
Proprio in questo ambito, l’animazione socioculturale dell’infanzia e della gioventù, intesa come offerta di formazione extrascolastica, fornisce un contributo di particolare importanza. Finora, non esisteva una raccolta sistematica di conoscenze sull’animazione socioculturale dell’infanzia e della gioventù in Svizzera. Una lacuna che questo libro si prefigge di colmare. Questa pubblicazione presenta una sintesi dello stato attuale della ricerca, insieme ai risultati del primo sondaggio fra le strutture dell’animazione socioculturale dell’infanzia e della gioventù in Svizzera... leggi ancora
qui puoi scaricare gratuitamente il libro come pdf oppure comprarlo.
L’animazione socioculturale dell’infanzia e della gioventù fa parte del lavoro sociale professionale con un mandato sociopolitico, pedagogico e socioculturale.
È un attore importante nell’ambito dell’educa- zione extrascolastica. Mediante attività relazionali accompagna, sostiene e promuove bambine, bambini e giovani lungo il cammino dell’autonomia.
Le sue offerte creano spazi in cui bambine, bambini e giovani possono soddisfare i loro bisogni specifici e vivere il loro essere diversi in un ambiente differente da quello
degli adulti e in cui hanno l’opportunità di sviluppare proprie iniziative socioculturali. L’animazione socioculturale dell’infanzia e della gioventù si impegna affinché bambine, bambini e giovani siano inclusi da un punto di vista sociale, culturale e politico nella comunità, si sentano a proprio agio, abbiano la possibilità di diventare persone responsabili per sé stessi, per la vita sociale nel proprio comune e possano partecipare ai processi sociali. Se desideri continuare a leggere online clicca qua
Durante l’adolescenza i giovani formano la loro identità sulla base di caratteristiche che tendono a rimanere stabili nel tempo. È quindi importante individuare quelle esperienze che consentono loro di arricchirsi, soprattutto verso il senso della cooperazione, della cittadinanza e della responsabilità.
Al giorno d’oggi, l’individualismo, il fare da sé risulta sempre più importante. Sembra che le persone si muovano solo per interesse personale, si calcolano i costi-benefici invece di cooperare e di pensare in modo collettivo. Tutto ciò indebolisce le relazioni, crea paure e incertezze soprattutto negli adolescenti che soffrono in modo particolare il passaggio da ragazzini alla condizione adulta.
Spesso i giovani mostrano difficoltà nell’avere progetti positivi per il futuro, sfornando invece progetti irreali, in un mondo come quello virtuale, che li bombarda di messaggi incoerenti e spesso senza valori.
É dunque importante poter offrire loro esperienze fuori dalle mura domestiche, che consentano la costruzione di un’adeguata identità adulta, che li renda responsabili delle proprie azioni e sensibili alla vita degli altri, della collettività, permettendo esperienze di solidarietà ed integrazione.
Ecco perché bisogna creare le condizioni in modo che questa giovane generazione possa dar vita alla società del futuro, dando così un senso alla propria vita.
A tale scopo è di rilevante importanza offrire uno spazio sociale che i ragazzi possano vivere dapprima “sperimentando” a piccoli passi, per potersi poi misurare, provare, scontrarsi con i propri limiti per conoscersi.
Il centro giovani è questo spazio sociale, una sorta di spazio transizionale tra famiglia e società che stimola e accompagna all’autonomia, dove i ragazzi possono sperimentare delle positive opportunità di crescita, confrontarsi, acquisire esperienze, imparare a gestire il proprio tempo, diventare responsabili, poiché c’è sempre presente l’animatore e/o l’animatrice socioculturale, figure adulte indispensabili che stimolano l’interesse, favoriscono l’interazione, li accompagnano, e li ascoltano.
E’ dunque una palestra di relazioni sociali, un laboratorio di esperienze e di cittadinanza.
Per i giovani adolescenti diventa una seconda casa dove incontrare gli amici e svolgere le attività che a loro piacciono. Si condividono interessi e passioni e si scambiano esperienze ed idee. Qui possono cimentarsi in attività di gruppo ricreative, culturali o formative con le quali sviluppano nuove competenze.
Il centro giovani è uno spazio di aggregazione per giovani dai 12 ai 18 anni, con accesso libero, in cui opera un animatore socioculturale. Qui si promuovono la partecipazione attiva, l’autonomia, la responsabilità e l’educazione tra pari. Si favoriscono le relazioni tramite l’incontro e lo scambio, si sperimentano le regole della convivenza civile.
Questi “luoghi per crescere” non devono però diventare dei “ghetti” in cui confinare i ragazzi e rassicurare la coscienza di noi adulti. Poiché la vita e la società non sono fatte a compartimenti stagni, per cui ben vengano le collaborazioni e le interazioni con altre associazioni, enti e istituti vari.
L’intera comunità dovrebbe prendersi a carico il benessere dei giovani e non solo coloro che a diverso titolo soffrono di carenze educative e assistenziali, ma tutti gli adolescenti poiché sono persone che attraversano un periodo delicato della propria vita.
1 dicembre 2017 Francesca Machado
di Patrizia Dresti
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di Barbara Gianetti Lorenzetti
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Articolo di Francesca Machado apparso su InfoAnimation 24 in agosto 2011
Quando internet diventa parte integrante del lavoro con i giovani
Da Info Animation No 21 8/2010
Non c’è dubbio che sta cambiando il modo in cui le persone comunicano e partecipano, e di questo cambiamento l’animazione e il lavoro giovanile dev’esserne consapevole e prenderne parte. I social media come i blogs, instant messenger, social networking costituiscono degli spazi dove le persone trascorrono il loro tempo libero, comunicano e creano contenuti. Questi spazi sono nuove forme di città, sobborghi e il lavoro giovanile dovrebbe essere disponibile anche in queste aree. Netari.fi è un progetto multiforme finlandese e in continua evoluzione dal 2004. Illustra come il lavoro con i giovani possa prender parte ai cambiamenti nell’ambito dei mezzi di comunicazione. Nato da un programma nazionale volto a rafforzare le competenze mediatiche dei bambini e dei giovani e a promuovere il loro coinvolgimento attivo e sicuro nell’universo virtuale, Netari.fi ha progressivamente adottato le funzionalità emergenti del web. Funge da centro giovani nazionale online e inoltre completa l’offerta per i giovani non ancora abbastanza sviluppata nelle zone più rurali. Il progetto iniziato a Helsinki, tocca ora 26 comuni, in ognuno dei quali uno/a o più animatori/trici dedicano una parte del loro tempo al lavoro online con i giovani. Un team multidisciplinare che comprende oltre a operatori giovanili anche degli specialisti è a disposizione dei giovani per rispondere alle loro domande, e gestire i gruppi di discussione, offrendo un notevole contributo alla prevenzione in diversi campi. Netari organizza per i giovani utilizzatori del web anche degli incontri nello spazio reale, come ad esempio un campo annuale. Inoltre offre ai giovani la possibilità di formarsi per partecipare, come volontari, al lavoro giovanile online in collaborazione con gli operatori giovanili attivi sulla piattaforma. Questo progetto mostra come il lavoro giovanile può occupare i nuovi spazi che si aprono nell’era dei “social media” e dove i giovani trascorrono una parte della loro vita. A questi spazi corrispondono pure dei nuovi strumenti che fanno già parte della nostra cultura e che si sommano alle risorse e alle competenze già disponibili nel lavoro giovanile. Il progetto Netari.fi ha prodotto la Netari-TV , una web-tv broadcast.
Adattato dall'articolo di InfoAnimation / Francesca Machado
settembre 2010
Noi animatori nei centri giovani ci lavoriamo, ma il mare mica ce l’abbiamo…
Spesso si fa confusione attorno alla parola animazione, la si associa facilmente ai Club Med, senza badare al contesto.
Sono sempre più numerosi gli ambiti in cui operano professionalmente gli animatori socioculturali, e tra questi l’ambito giovanile. Ulteriore confusione ruota attorno al termine di giovane, termine spesso abusato se associato al disagio e alla violenza, utilizzato per definire i frequentatori di centri sociali, come la Rote Fabrik, che in realtà sono dei giovani-adulti, finanziariamente indipendenti, che hanno la possibilità di spendere, spostarsi facilmente, tornare a casa tardi, ecc. Infine si confondono a piacere i centri sociali con i centri giovanili. I centri giovani in Ticino si rivolgono a ragazze e ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 18 anni. Costituiscono un luogo di ritrovo dove si incontrano coetanei, in cui si possono realizzare delle attività che loro stessi propongono. Qui non vige nessun obbligo di consumazione, ognuno può frequentare il centro liberamente e soprattutto chi lo desidera partecipa alle decisioni in modo attivo.
I giovani decidono come trascorrere il proprio tempo libero.
Il ruolo degli animatori consiste principalmente nell’assicurare un ambiente basato sul rispetto, la tolleranza e la libertà d’espressione, favorendo solidarietà e convivenza.
Gli animatori sostengono i progetti che nascono dai desideri dei ragazzi, le proposte condivise, sono realizzate insieme. I centri a volte sono vere e proprie fucine di creatività, dando ai ragazzi nuove occasioni di espressione.
Gli animatori forniscono le informazioni e i contatti necessari, creano un ponte tra il mondo dei giovani e il mondo degli adulti, ne favoriscono il passaggio permettendo di sperimentare la propria libertà, confrontandosi con i propri pari. Gli animatori sono all’ascolto di quello che accade, delle dinamiche che si creano e dei sentimenti che maturano. Condividono emozioni che scaturiscono da fatti reali, a volte difficili da affrontare, e filtrano la miriade di informazioni (spesso sbagliate, inadatte o incomprensibili) a cui i giovani d’oggi hanno facilmente accesso.
I centri giovanili rappresentano “una palestra” dove sperimentare, sperimentarsi e realizzarsi.
Gli animatori creano l’ambiente adatto affinché affiorino spontaneamente eventuali
problemi e conflitti, si cercano insieme le soluzioni più adatte, stabilendo i contatti e favorendo la comunicazione tra gruppi (gruppi
di giovani in conflitto tra loro; gruppi di giovani e autorità comunali o cantonali, …).
A lungo termine il lavoro di animazione porta così a rafforzare il tessuto sociale della realtà in cui si opera.
Infine gli animatori sono particolarmente attenti alle trasformazioni della società, dell’ambiente socioculturale circostante così da scoprire i nuovi bisogni legati alla situazione giovanile come la disoccupazione giovanile, la fragilizzazione di alcuni ragazzi e delle loro famiglie, la relazione tra giovani e alcol, ecc.
Noi animatori lavoriamo a stretto contatto con i ragazzi, con i nostri, i vostri figli e ci accorgiamo a volte quanto sia difficile, quasi una lotta, mostrare alla gente quello che i giovani riescono a costruire e a realizzare.
Il mestiere dell’animatore giovanile è poco conosciuto da noi, per questo motivo è nata tre anni fa l’associazione “Giovanimazione” che riunisce gli animatori socioculturali in ambito giovanile. Uno degli scopi è di promuovere un’animazione giovanile che vada oltre i "muri" delle istituzioni, verso i luoghi di vita della comunità e incrementi i legami sociali attraverso l'espressione critica e creativa degli individui, occupandosi, di sensibilizzazione e di promuovere la salute.
Per “Giovanimazione” Alice Capretti, Nadia Klemm, Francesca Machado
settembre 2009